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ASSOMUSICA: no alla rivendita non autorizzata di biglietti

by / Commenti disabilitati su ASSOMUSICA: no alla rivendita non autorizzata di biglietti / 59 View / 21 ottobre 2016

ROMA – 20 ottobre 2016 – No a “qualsiasi attività non autorizzata di rivendita” dei biglietti per i concerti, sì a controlli accurati per “impedire qualsiasi forma di speculazione” e a nuove norme che consentano “l’oscuramento” dei siti fuorilegge: è la posizione di Assomusica in merito alle polemiche di questi giorni legate al caso Coldplay, in seguito al quale si è mossa anche l’Antitrust, aprendo un’istruttoria su Ticketone e quattro operatori di ‘secondary ticketing’. In una nota, il Consiglio direttivo di Assomusica ribadisce “la propria contrarietà a qualsiasi attività non autorizzata di rivendita di titoli di accesso per i concerti” e “sollecita le autorità di vigilanza ad attivarsi per impedire qualsiasi forma di speculazione a danno dei consumatori e degli autori, anche tramite accurati controlli, affinché i biglietti degli spettacoli vengano venduti solo e soltanto da chi è titolato ed autorizzato a farlo: organizzatori; ticket company autorizzate dagli organizzatori; soggetti terzi all’uopo autorizzati, la cui ragione sociale e/o la partita Iva figurino obbligatoriamente sui biglietti stessi. Invita altresì il pubblico ad acquistare i biglietti attraverso i circuiti ufficiali, diffidando da chi volontariamente froda Stato, spettatori e musica”. Per il Consiglio direttivo dell’associazione “si rende urgente, pertanto, una normativa che possa consentire anche l’oscuramento di quei siti web che non rispettano le leggi in materia. È ferma convinzione della nostra associazione che siano necessari urgenti provvedimenti legislativi che disciplinino le specifiche peculiarità di settori in continua evoluzione e di grande impatto socio-economico. Per questo motivo, l’azione di Assomusica continua con maggiore impegno, non solo presso le istituzioni italiane ma anche, con gli altri partner, a livello internazionale. Il problema è sentito, infatti, in tutti i Paesi europei (Francia e Germania, in primis) e non può prescindere da una regolamentazione comunitaria. Solo la cooperazione e le opportune sinergie con altri soggetti, istituzionali e non – conclude la nota – possono consentirci i risultati auspicati”.(ANSA)